1. Che cosa vi ha spinto a vivere nella zona della Val Boreca? Qual è il valore aggiunto che dà questo territorio alla vostra vita?
Fabio: Qui ci sono nato e da sempre mi è piaciuta la natura e la semplicità di questi luoghi. Mi sono allontanato da qui soltanto per gli studi, però poi sono tornato perché è come se sentissi un richiamo naturale e innato verso questi territori.
Anais: In questi luoghi si sperimenta un valore del tempo che è diverso da quello della città, non devi rendere conto quasi a nessuno e non ci sono orari scanditi: è come se si vivesse un tempo completamente atemporale.
2. Come è stato per te Anais trasferirti in questa zona dalla Francia? Che cosa ti ha spinto a compiere questo viaggio e come ti trovi a vivere qui?
Ho deciso di compiere questo viaggio perché quando ero in Francia avevo un maestro che suonava uno strumento molto simile al piffero, del cui suono mi sono subito innamorata. Ho deciso, quindi, di voler imparare a suonare questo strumento e sono arrivata qui. In questi territori la vita è per me completamente nuova, queste zone mi hanno dato tantissimo e per ora è un'esperienza che mi vivo appieno.
La prima difficoltà che ho avuto quando sono arrivata qui è stata sicuramente con la lingua, soprattutto nel comprendere che dietro a ogni parola c'è un proprio immaginario: ci sono espressioni francesi che in italiano non vengono capite, e viceversa espressioni italiane che se tradotte in francese non hanno alcun senso.
3. Che cosa rappresenta la musica per la vostra vita e per la comunità della Val Boreca?
Fabio: Per me la musica della zona rappresenta la mia infanzia, la mia adolescenza e adesso che suono anche il mio presente. Per la comunità della Val Boreca la musica è invece la tradizione che va avanti, che continua e che non deve smettere di esistere.
Anais: La musica per me è unione, è come un piatto di formaggio che porti in tavola per far venire il sorriso a tutti. La musica per me è totalità. Per come la conoscevo io in Francia la musica era un mestiere e come tale comportava delle responsabilità. Qui invece ogni persona, anche non musicista, sa avere il proprio posto nella musica, che è un'esperienza vissuta completamente da tutti e dove non esistono gerarchie fra pubblico e musicisti, ma sono tutti parte di un'opera musicale.